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giovedì 8 novembre 2012

L'inizio della mia nuova vita, con Te


Purtroppo non riesco a scrivere sul mio blog quanto vorrei.. Dopo aver concluso gli studi mi tengo occupata con lavori occasionali di hostess e promoter, quindi spesso sono impegnata per eventi lunghi anche qualche settimana e, una volta terminati, sono occupata nel cercare altri lavori. Poi la mia Giulia, che ormai ha 2 anni e mezzo, diventa sempre più grande, furba e vivace: insomma richiede sempre le mie attenzioni! In più in questi ultimi giorni sono super impegnata, dato che finalmente mi sto trasferendo nella nuova casa, comprata dal mio papà che non finirò mai di ringraziare, con Giulia e il suo papà.
Però voglio continuare con il mio racconto, della mia semplice vita da neo mamma, dall'inizio della mia nuova vita, con Te.

La notte che ho trascorso in ospedale senza la mia Giulia, che si trovava in incubatrice, è stata molto agitata. Avevo dormito malissimo perché mi sentivo il seno diventare sempre più duro e dolente, così continuavo ad andare al nido a tirar fuori il latte con il tiralatte e a metterlo nel biberon in modo di aver la possibilità di tenere in braccio la mia piccola almeno per il breve momento della poppata.
Finalmente la mattina dopo, la pediatra mi disse che il valore dell’ittero era sceso e potevo tornare a casa con la mia Giuli. Ero felicissima! Al nido le ostetriche mi hanno ridato la piccola, me l’hanno fatta cambiare, mi hanno spiegato come disinfettare il moncone ombelicale, finché non è arrivata mia mamma che ci ha riportato a casa. Avevo messo la mia Giuli nella culla, ben coperta, dato che era gennaio, e appena salite in macchina lei già dormiva beata. Giulia ha continuato a dormire per tutto il viaggio, e anche arrivate a casa! Non si svegliava più, ha passato tutto il pomeriggio dormendo. Durante la giornata sono venute a trovarmi le mie zie con le mie cugine, è stato molto emozionante mostrare l’amore della mia vita ai miei parenti; ma ancora più emozionante è stato il momento in cui ho fatto vedere la mia Giuli, al suo nonno, al mio papà, al ritorno dal lavoro.
E’ stato molto emozionante iniziare a vivere la mia quotidianità con lei perché finalmente mi ero resa conto di quanto in meglio la mia vita fosse cambiata, di quanta gioia un figlio può regalare solamente grazie alla sua esistenza.
Fin da subito Giulia beveva poco latte, così dovevo pesarla sia prima che iniziasse a mangiare sia dopo, in modo da sapere con precisione quanto latte beveva. I primi giorni sono stati piuttosto regolari, durante le poppate beveva abbastanza latte, e finalmente, grazie all'aiuto di mia zia, avevo capito come allattarla: dovevo stare attenta di non tapparle il nasino mentre stava succhiando, se no Giulia smetteva di succhiare. Appena smetteva di mangiare Giulia era già addormentata, anzi, a volte si addormentava mentre succhiava.
Tutto questo durò solo pochi giorni, perché ad un certo punto il peso di Giulia non cambiava anche se succhiava per mezzora, praticamente succhiava a vuoto. Così ho iniziato a darle il mio latte ma con il biberon, dovevo usare sempre il tiralatte: quando succhiava a vuoto, succhiava talmente forte che mi aveva fatto uscire pure il sangue, mi faceva malissimo, ma con il tira latte il dolore era meno forte. Così mi resi contro che il mio latte era veramente poco e che dovevo darle una giunta di latte in polvere. Quello fu un momento in cui mi rattristai molto, volevo essere io a nutrirla, come ogni madre doveva fare! Invece non avevo abbastanza latte e lei aveva fame! Mi sentivo impotente, non riuscivo a soddisfare i bisogni di mia figlia…
Fu solo un momento, poi mi resi conto che non dipendeva da me. Riuscii a darle il mio latte per 3 settimane poi continuai con il latte in polvere.
Di notte Giulia era bravissima, dormiva sempre nella sua culla e puntavo io la sveglia in modo da darle regolarmente i suoi pasti. Ero felicissima: mi dava l’impressione che fosse un modo per ringraziami di averle dato la vita il fatto che lei fosse così brava. Forse non fu quello, ma era una gioia starla a vedere mentre dormiva, sembrava che la felicità, insieme al suo calore, emanassero una calda sensazione attorno al mio cuore ogni volta che la guardavo.








domenica 18 marzo 2012

Prime gioie e prime preoccupazioni

E' da tempo che volevo continuare la mia storia da dove l'avevo lasciata, ma come si sa' la vita di una mamma è sempre molto impegnativa. Però eccomi qua a continuare a raccontare e ricordare i momenti più belli e indimenticabili che ho trascorso dopo la nascita di Giulia...

Finalmente ero riuscita a prendere sonno con Giulia nel letto, quando ad un tratto vengo bruscamente svegliata da un'ostetrica. Che nervi, ho pensato, sono due notti che non chiudo occhio e non mi è permesso nemmeno di riposare qualche oretta! L'ostetrica mi provò la febbre ed effettivamente avevo qualche lineetta, ma mi spiegò che era normale dato che la montata lattea a volte fa venire un po' di febbre. Riprovai ad allattare Giulia, ma lei faceva davvero fatica a succhiare. 
Poco dopo verso le 8.00 ho dovuto portare la piccola al nido con le altre mamme; alzarsi dal letto è stato davvero faticoso, ero molto gonfia a causa dei punti e appena tentavo di muovere una gamba spostando il penso era veramente doloroso. Cercavo di aiutarmi con le braccia in modo da sostenere il peso e alla fine ci riuscii, spinsi la culla dove avevo riposto Giulia e appoggiandomi andai fino al nido.
Il nido era un ambiente veramente molto bello, ancora lo ricordo con gioia, le ostetriche tutte carinissime; quella mattina mi è stato spiegato che dovevo tirare il latte artificialmente dato che Giulia non succhiava bene, in modo da far si che il latte avesse continuato a prodursi. Feci colazione poi tornai al nido appena dopo che a tutti i bimbi fu fatta la visita del pediatra. Un'ostetrica mi porto in un luogo molto simile ad un camerino, mi fece sedere su di uno sgabello e mi spiegò come tirare il latte artificialmente: devo ammettere che sembrava complicato ma poi dopo qualche tentativo ci riuscì. Era una sensazione strana, non faceva male se facevo attenzione, infatti non dovevo premere troppo, se no mi sentivo strappare la pelle, dovevo tenere la ventosa delicatamente appoggiata. Le prime volte che feci quest'operazione, il latte era veramente poco, tra i 5-10 ml, però ogni volta il mio latte veniva dato a Giulia con la siringa, dato che lei non riusciva nemmeno a succhiarlo dal biberon.
Aspettavo con ansia l'arrivo di mio papà, mia mamma, mia zia e di Matteo per far veder loro Giulia e per raccontargli tutto quello che stavo facendo. Arrivarono per l'una e videro Giulia solo dal vetro del nido; la maggior parte dei bimbi dormiva, lei invece continuava a muovere le gambine e mio papà da allora a tutte le visite parenti spiegava  che Giulia la si riconosceva subito perchè si muoveva molto. 
Dopo l'orario visite Matteo restò con me fino alla sera, Giulia si era addormentata e si sveglio alle 16.00 quando arrivò un'ostetrica che mi aiuto ancora ad allattarla, inutilmente. Così ogni 3 ore andavo al nido a tirare il latte in modo da nutrire comunque Giulia, però dato che producevo poco latte iniziammo a farle la giunta con il latte artificiale Mellin 1. La giornata passò veloce tra cambi di pannolino  tirare il latte; all'inizio mi facevo aiutare a cambiare Giulia, ma poi capì il meccanismo e la cambiai circa 8 volte al giorno. Ogni volta che mi recavo al nido le ostetriche prima di lasciarmi prendere Giulia mi controllavano il numero del mio braccialetto e quello della bimba per verificare che corrispondessero. Giulia era la 359 bimba nata agli Ospedali riuniti di Bergamo; inoltre mi veniva sempre chiesto se i pannolini erano bagnati e quante volte faceva la popò. 
All'orario di visita serale arrivò mio papà con la mia amica Lisa insieme ad altri parenti vari. Matteo andò via insieme a mio papà e io continuai il solito tran-tran. La notte era alternata dal pianto di Giulia e del bimbo della mia compagna di stanza: quando dormiva uno piangeva l'altro e viceversa. Ogni tanto andavo a tirare il latte e lo davo a Giulia col biberon, infatti sembrava che pian piano avesse capito il meccanismo. 
Arrivò domenica, come le altre mattine lascia Giulia al nido per la visita e la spugnatura, portai il cambio vestiti perchè erano le ostetriche che vi provvedevano e andai a fare colazione. Ero felice perchè quello era l'ultimo giorno in cui sarei rimasta ricoverata, infatti la mattina dopo dovevo fare la visita e venire dimessa. Mi piaceva il trascorrere del tempo all'ospedale, ma avevo voglia di far vedere a tutti la mia bimba! Quella mattina partecipai con Matteo al corso del cambio pannolini, in cui un'ostetrica spiegava come cambiare il pannolino, come fare il bagnetto o le spugnature, come medicare il moncone. Matteo mi fece compagnia tutti il giorno e se ne andò la sera dopo che altri parenti mi fecero visita.
Il giorno dopo ero felice, Matteo era venuto di mattina presto mi aveva aiutato a preparare la valigia mentre io portavo Giulia a fare la visita dal pediatria. Poi mi misi in coda ad aspettare il mio turno per la mia visita.Aspettai circa un'ora e in quell'attesa sentivo un forte calore al petto e man mano avevo sempre più l'impressione che mi scoppiasse. Mi toccai e mi resi conto che era veramente duro, sembrava un pezzo di marmo! Fui chiamata dal medico, il quale mi disse che andava tutto bene ma che dovevo prendere per due mesi il ferro dato che avevo perso molto sangue. Andai al nido e mi spiegarono che mi era arrivata la montata lattea e che dovevo assolutamente togliere il latte, infatti quando inizia a toglierlo notai subito la differenza: prima mi uscivano solo qualche goccia, mentre in quel momento vedevo proprio il getto del latte che usciva! Riuscì a riempire il biberon e andai a cercare Giulia che stava facendo la visita con la pediatra, molto eccitata all'idea che dopo poco sarei tornata a casa, quando incrociai lo sguardo severo della pediatra. Mi disse che dovevo farle dei massaggi ai piedi mostrandomi il movimento esatto, dato che le erano rimasti inarcati a causa della pressione che Giulia faceva contro le pareti dell'utero e dicendomi che avrei dovuto portarla a fare delle visite ortorpediche per verificare che con i massaggi migliorasse. Inoltre dall'esame del sangue si erano riscontrati un numero troppo elevato di globuli rossi che avevano causato l'ittero alla bambina, facendole prendere un colore giallo. Così Giulia sarebbe dovuta rimanere almeno 24 ore in fototerapia all'interno di un'incubatrice. In quel momento mi sono sentita crollare, volevo tanto stringere la mia bambina e portarmela a casa, invece me la sono vista spogliare facendola restare solo con il pannolino e metterla in un'incubatrice con una mascherina sugli occhi in modo che la luce non danneggiasse gli occhi. Mi sentivo veramente a terra e mi venivano le lacrime agli occhi perchè per un giorno non averei più potuto toccare e tenere in braccio la mia Giuli.

Ecco alcune fotografie in cui si nota il colore giallo..