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giovedì 28 marzo 2013

Una mamma a scuola, ma non come insegnante

Rieccomi con la mia storia, dove l'avevo lasciata.

Avevo da poco scoperto di avere i calcoli dopo 15 giorni dalla nascita della mia Giulia..
Stavo iniziando a godere del fatto di essere mamma, del profumo unico che solo i bambini emanano dalla loro morbida pelle vellutata.
Pensavo che come la maggior parte dei bambini anche Giulia piangesse in continuazione di notte, invece ero veramente felice nell'accorgermi che dormiva sempre beatamente, anzi, dovevo essere io a svegliarla per la poppata notturna! Al contrario, a volte ero io che non riuscivo a dormire durante la notte, a causa dei dolori provocati dalle coliche. Però riuscivo a recuperare il sonno perduto durante il giorno, dato che Giulia dormiva parecchio. Si, a volte le venivano le classiche coliche delle prime settimane, ma fortunatamente non duravano molto.
Durante il primo mese avevo ricevuto numerose visite di parenti, amici e conoscenti e per me era molto emozionante far conoscere il mio piccolo grande amore. In quelle occasioni avevo ricevuto moltissimi pensieri e regalini per la nascita della mia Giulia: dai più utili, come i pannolini, tutto l'occorrente per il bagnetto e l'aerosol; ai più particolari, come la palestrina, i sonaglini, il box; non sono mancati i vestitini, tutine con le più svariate stampe infantili, vestine, completini eleganti, jeans. Giulia ha ricevuto così tanti vestitini che fino ai nove mesi e anche oltre non ho praticamente acquistato nulla!
Era tutto bellissimo.. Stare sempre con la mia piccola, coccolarla, guardarla mentre dormiva, darle il biberon col latte e senza che lo finisse, rieccola ad addormentarsi tra le mie braccia. Mi sentivo circondata da una magica felicità che proveniva proprio da quella piccola bambina sconosciuta fino a qualche settimana prima, ma che più la guardavo e più mi sembrava di averla sempre avuta con me, quella piccola bambina sconosciuta che era diventata la mia ragione di vita, quella piccola bambina che ormai era il mio tutto e che lo sarebbe stato per sempre.
Questa fantastica magia di solito si ha la possibilità di godersela a pieno almeno per dei mesi, in base al lavoro che si fa. A volte i bambini hanno anche sei mesi, quando la madre esce dal permesso di maternità e ricomincia con il lavoro.
A volte. Per me invece era tutto diverso.
Dovevo ritagliare dei momenti, mentre Giulia dormiva, per recuperare le lezioni scolastiche che avevo perso nel mese di gennaio, prima che la bimba nascesse, e nel mese di febbraio. Una mia cara amica gentilmente mi inviava via e-mail le fotocopie di tutti gli appunti che aveva preso durante le lezioni, così io ricopiavo gli appunti e leggevo le pagine dei libri che erano oggetto delle varie lezioni, cercavo più che potevo di mettermi allo stesso passo di tutti i miei compagni. In fin dei conti mi divertivo, mi sembrava quasi di essere indipendente, di studiare a casa come a volte si vedeva fare  in certi film!
Però un mese passa in fretta e io ho potuto fare soltanto un mese di maternità perché già ero rimasta a casa da scuola un mese prima della nascita della mia piccola Giulia; potendo fare al massimo due mesi all'anno di assenze per poter essere promossi, a marzo avevo dovuto ritornare a scuola.
E' stato triste doversi già staccare dalla mia piccola bimba che era appena entrata nella mia vita. Volevo stare sempre con lei, volevo coccolarla e tenerla tra le braccia, accarezzarla mentre dormiva, essere presente ogni volta che apriva gli occhi per esplorare il mondo, tutto nuovo per lei.
Ecco tutto questo mi è davvero mancato, e mi manca ancora oggi; se mi capita di guardare un bimbo nato da poco ripenso alla mia piccola che non ho potuto godere a pieno e un po' mi rattristo.
Quando sono ritornata a scuola, alla mia "vecchia" vita, alla vita da studentessa che ho sempre condotto negli ultimi anni, mi ero resa conto di quanto tutto fosse diverso, di quanto io fossi diversa dagli altri e di quanto distacco c'era tra me e tutti quelli che mi circondavano a scuola. Strano, in fin dei conti la vita scolastica era sempre la stessa che avevo condotto prima che restassi incinta. Le mie compagne erano carinissime, mi domandavano spesso della mia bimba e per la sua nascita tutte insieme mi avevano regalato il box; anche gli insegnati erano tutti gentili e mi avevano dato del tempo per recuperare i mesi persi. Però il mio rapporto con gli altri era proprio cambiato e non riuscivo più a relazionarmi come prima. Le mie compagne avevano continuato la loro vita da adolescenti e i loro discorsi, i loro pensieri e le loro preoccupazioni ruotavano attorno alle classiche tematiche adolescenziale: sui ragazzi, sulle serate in discoteca, sullo shopping, sulla moda, sui nuovi locali.. Era un mondo che fino a pochi mesi prima sentivo mio, ma mai come allora mi sentivo così distante da tutto quello! Quei discorsi, quei progetti mi sembravano così banali, così poco importanti, così lontani, quasi come se li avessi vissuti in un'altra vita e di loro conservassi solo un flebile ricordo.
In quel momento tutta la mia vita si poteva riassumere in una sola parola: Giulia. 
Al contrario mi sentivo quasi più vicina al mondo degli insegnati! Avevo due insegnanti che erano rimaste a casa l'anno prima per la maternità e quell'anno erano tornate in servizio. I loro figli erano poco più grandi di Giulia così a volte mi ritrovavo a passare l'intervallo chiacchierando con loro dei bambini, delle loro esperienze, della loro crescita, del loro appetito; non mi sembrava di parlare con un'insegnate, ma di fare due chiacchiere tra mamme, ed in effetti era proprio così.
Però più che passava il tempo più mi accorgevo che anche con quel mondo, con il mondo degli adulti, c'era un'enorme distanza. Le mie professoresse, dopo aver goduto a pieno della maternità e aver vissuto completamente i primi mesi di vita del proprio figlio, erano tornate al loro lavoro, lasciando a casa i propri figli, erano tornate alla loro occupazione che comunque gli permetteva di provvedere alla propria famiglia.
Io, invece, avevo lasciato la mia bambina a casa, perché dovevo tornare a scuola; ero una mamma che tornava a scuola, ma non come insegnante, ma come studente! Lasciavo la mia bimba a casa senza la sua mamma perché dovevo stare a scuola per me, per il mio futuro, per diplomarmi e non per provvedere a lei. Mi sentivo un po' egoista, anche se ero consapevole che l'avere un diploma era praticamente essenziale per poter poi cercare un'occupazione che mi permettesse di provvedere alla mia Giulia. Inoltre volevo rendere felici i miei genitori, i quali tenevano molto al fatto che io mi diplomassi.
Sentivo questa distanza anche con altre donne del paese che avevano avuto figli in un'età più adulta della mia; loro avevano un'indipendenza che a me mancava, avevano la loro famiglia, composta dal marito e dal figlio, avevano la loro casa, la loro organizzazione; io invece avevo un compagno che viveva a Milano (anche Matteo doveva ancora diplomarsi, lui frequentava la quinta superiore) e che veniva a trovarci nei weekend e durante le festività, io e mia figlia eravamo completamente mantenute dai miei genitori, vivevamo a quella che ho sempre considerato casa mia, ma che in realtà sarebbe stata la casa dei miei genitori; insomma io e loro eravamo come il bianco e nero, il sole e la luna, il mare e la montagna, due opposti.
Non mi sentivo più parte del mondo degli adolescenti, ma nemmeno di quello degli adulti, le mie emozioni erano in conflitto perché non riuscivo più ad immedesimarmi in nessuna delle due categorie, mi sentivo diversa da tutti e desideravo tanto possedere la normalità che intravedevo nella vita degli altri..
Dopo aver riflettuto parecchio sulle distanze, sulle differenze e sugli opposti del mondo dei giovani e di quello degli adulti, e, infine, del mio mondo, finalmente ero riuscita a giungere alla conclusione che sicuramente era vero che non appartenevo più al mondo degli adolescenti e nemmeno a quello degli adulti, ma, forse, appartenevo ad un altro mondo che lì comprendeva entrambi, al mondo delle mamme teenager, le uniche che vivono due fasi distinte della propria vita in un unico momento.
La mia vita era caratterizzata in parte dalle esperienze scolastiche e dai rapporti attorno ad esse, ma in parte anche dalle esperienze adulte che sono diventate parte del mio quotidiano con l'arrivo di mia figlia.
I rapporti con le mie compagne e con le mie amicizie intrattenuti durante la mia vita da adolescente si sono sfumati e sono diventati ricordi, i quali, a volte mi fanno sorridere perché sono dei bei ricordi, ma a volte mi rattristano perché sono soltanto dei ricordi che si sono fermati nel passato e che non vedranno mai il futuro.
Sono comunque stata fortunata perché si sono rafforzati i rapporti con due mie care amiche e compagne di classe, con le quali sono riuscita a superare le barriere dei due mondi e delle esperienze di vita che viviamo; le uniche due amiche vere che mi sono rimaste vicine, le uniche su cui si può sempre contare, anche se non riusciamo a vederci quanto vorremmo, le uniche che, anche se la mia vita è cambiata, non hanno mai smesso di essermi amiche (grazie L. e A ).
Dopo tutto la mia vita ha subìto un cambiamento inaspettato: ero ai primi scalini della scala delle esperienze della vita e già mi trovavo a metà, mi trovavo a vivere il gradino più importante e più significante delle scala della vita, il gradino della vita stessa, della vita della mia Giulia che entrava nella mia esistenza, determinandola per sempre.
Tutto ciò a modificato ogni singola cosa che era caratteristica della mia vita, ho perso dei rapporti, ma ne ho guadagnati altri.
E infondo potrei perdere tutto, ma grazie a mia figlia potrei continuare a vivere la mia vita con un'immensa felicità e gioia nel cuore sufficienti per tutta la mia esistenza. 
E infondo vivo ogni giorno con la consapevolezza che continuerò la scala della mia vita mano nella mano alla mia piccola Giulia.









martedì 12 marzo 2013

La mia storia in tv

Rieccomi con un nuovo post!
Metto la mia storia un momento in pausa perché volevo ringraziare tutti coloro che leggono il mio blog e le mie semplici riflessioni sulla vita e sull'essere mamma; è un piacere scrivere sapendo di creare interesse nelle altre persone.
Ho sempre amato scrivere, ma non ho mai avuto nulla di particolare da raccontare, finché la mia stessa vita non ha preso una piega inusuale e speciale. Sono diventata mamma.
Molti dicono troppo presto, io dico nel momento giusto! Non sono pazza a dire che per me era il momento giusto. Io ero pronta ad accogliere la nuova vita che cresceva dentro me e a portarla avanti. La mia vita, il mio carattere e la mia personalità si sono evoluti in base all'esperienza più emozionante a cui la mia vita si potesse trovare di fronte: l'arrivo della mia Giulia. Mi sono presa le mie responsabilità felice ed entusiasta che anche il papà di Giulia, Matteo, facesse lo stesso con altrettanta felicità! Cosa ci può essere di più bello nella vita! Lo stare insieme, l'esser felici, crescere con amore una figlia, creare giorno dopo giorno il proprio futuro con il frutto del proprio amore, un figlio, e guardare tutti e tre insieme verso il futuro; tutti questi valori non cambiano in base all'età, anche se io e Matteo siamo genitori ventunenni della nostra Giulia, che ora ha tre anni.
Negli ultimi anni le madri giovani come me sono in crescita e questo argomento, a volte, è diventato oggetto di discussioni e dibattiti all'interno di programmi televisivi.
Sono veramente sincera se dico che non ho mai provato a "sfruttare" la mia storia: io scrivo per me stessa, perché voglio poter leggere e rileggere i momenti che hanno cambiato la mia vita, voglio conservali in una sorta di diario che un giorno potrò leggere a mia figlia; scrivo anche per chi ha voglia di leggere un'esperienza semplice ma speciale;  per chi ha paura perché, forse, è nella mia situazione e non sa come comportarsi, non sa come sarà il proprio futuro; per chi è in un punto decisivo della sua vita e deve fare una scelta, che comunque cambierà per sempre la sua vita; per chi pensa che diventare madri sotto i vent'anni "rovini la vita"; per poter usare la mia esperienza come esempio di grande gioia e felicità, di amore per la vita e la famiglia, di difficoltà che fortificano e permettono di arrivare dove si sarebbe sempre voluti arrivare. Anche io quando sono rimasta incinta ho dovuto scegliere e ho avuto i miei dubbi, così ho cercato di confrontarmi in altre storie; ecco io voglio fare lo stesso.
Devo dire che ero rimasta sorpresa quando lo scorso ottobre sono stata contattata da un'autrice del programma televisivo Verissimo, la quale, dopo aver letto la mia storia sul mio blog, mi invitava a partecipare alla puntata del 20 ottobre come ospite. In un primo momento ero propensa a rifiutare perché  non volevo essere vista dalle persone come una ragazza che sfrutta le sue esperienze di vita per farsi notorietà. Però mia mamma mi ha esortato ad andare dicendomi che dopo tutto io non ho cercato nulla. Ripensandoci, sarebbe potuta essere una possibilità grazie alla quale avrei potuto portare avanti il mio messaggio di felicità dell'essere mamma, una storia concreta come d'esempio per tutto il mondo dei giovani che potenzialmente potrebbero trovarsi al mio posto, un inno alla vita, un dono da proteggere sempre malgrado l'età, le difficoltà e i pregiudizi altrui. Così decisi di accettare l'invito.
E' stato un brevissimo intervento, un po' impacciato perché mi sento sì spigliata a scrivere, ma quando è il momento di parlare in pubblico la timidezza un po' si impadronisce di me. Avrei voluto dire tante cose, ma quando mi è stata posta la domanda e io ho cercato di elaborare la mia risposta beh..mi sembrava di essere ad un esame con la voce tremolante, così ho detto un pensiero messo giù male. Ho semplicemente detto che i miei genitori mi hanno molto aiutato, grazie a loro ho continuato gli studi e grazie a loro ho potuto andare a convivere con Giulia e Matteo. Inoltre il tempo a disposizione era poco e dovevamo essere brevi. Però sono stata felice che c'era la mia bambina, l'hanno inquadrata anche in primo piano; inoltre ogni tanto agli schermi proiettavano mie fotografie. E' stata una bella esperienza. Aggiungo qualche fotografia perché non mi è possibile pubblicare su youtube il video per via dei copyright, spero che non dicano niente della fotografie.











 Ora invece voglio brevemente raccontarvi l'esperienza del mese scorso. Se non mi aspettavo il contatto precedente, men che meno mi aspettavo che mi contattasse un altro canale televisivo!
Ripeto, io non ho cercato di farmi ospitare da nessuna parte, ma in entrambi i casi sono stata contattata tramite mail dopo aver visitato questo stesso blog.
All'inizio ero ancora in dubbio se partecipare o meno dato che l'ultima volta mi era stata data una breve occasione in cui esprimermi, però alla fine ci sono andata e non mi sono pentita. L'intervista era sul canale Vero capri nella rubrica Chiacchiere. Arrivata sul posto mi è stato spiegato come si svolgeva l'intervento in cui dovevo partecipare, c'erano già scritte le domande, così ero preparata. La puntata era in diretta ed io sono entrata durante la pubblicità con la mia bambina, che però non è potuta essere inquadrata. E' in quest'occasione che ho conosciuto Margherita Zanatta, dal vivo è ancora più bella! Ed è veramente alta! E' una persona veramente gentile e simpatica, mi sono stupita della sua semplicità e del suo essere alla mano! Di sicuro non è la classica vip che sta su un gradino più alto del tuo, ma parlare con lei mi sembrava come parlare con un'amica, e per questo la ringrazio! Naturalmente la mia agitazione è restata e ho fatto una piccola figuraccia nell'entrata (la vedrete nel video), però sono riuscita ad esprimere i miei pensieri e a raccontare un po' di quello che scrivo qui. Si avrei potuto far di meglio,  ma la mia timidezza e la mia ansia mi fanno elaborare pensieri un po' sconnessi. Però sono davvero contenta di aver lasciato la mia testimonianza e sono fiera che la mia piccola Giulia un giorno potrà vedermi e capire.
Sono riuscita a registrare la replica, ma purtroppo il segnale del digitale non era granché così l'audio e l'immagine ogni tanto salta.. Non si sente molto bene la parte in cui Margherita legge un pezzo del mio blog, allora se volete leggervelo andate qui , è il pezzo in corsivo.
Grazie ancora a tutti coloro che leggono i miei post e la mia storia, vi ringrazio di cuore.








venerdì 8 marzo 2013

Auguri donne!

Ciao a tutte care lettrici!
Oggi è la nostra festa, la festa delle donne! Purtroppo ancora oggi soggetta a discriminazioni e troppo spesso vittima dell'uomo!
Dobbiamo sempre ricordarci che la donna non è un essere inferiore, ma sono inferiori solo coloro che condividono questo orribile pensiero! Solo coloro che ci rendono vittime o abusano di noi!
In fondo secondo il mio punto di vista la donna è l'essere privilegiato dalla natura, perchè è l'unica capace di contenere dentro di sé il segreto della vita (frase che avevo già usato qui in occasione di questa festa), sentendola crescere a poco a poco. L'unica che con la sofferenza da' luce ai propri figli, mentre gli uomini resteranno sempre degli spettatori.
Non dobbiamo mai dimenticarcelo!
Auguri a tutte le donne e un augurio speciale alla mia piccola grande donna Giulia <3.

Vi saluto ricordandovi che a breve pubblicherò un nuovo post con la continuazione della mia storia, è ancora una bozza e devo rivederlo.

Grazie a tutti un bacio



mercoledì 6 marzo 2013

Io, mamma teenager su Facebook

Ciao a tutti cari lettori!
Ho deciso di aprire la pagina facebook ufficiale del mio blog, in modo da poter condividere frasi pensieri, riflessioni e foto sul mondo delle mamme ogni giorno.
E' appena stata aperta ed è ancora poco conosciuta, ma se seguite il mio blog sarei davvero felice se cliccaste su "mi piace". La mia pagina la potete trovare qui.
Grazie in anticipo per tutti coloro che entreranno nella mia pagina e che continuano a seguirmi.

Milena



martedì 12 febbraio 2013

Cambiamenti

In questi ultimi mesi, soprattutto durante il periodo natalizio sono stata impegnata con una promozione, e dopo qualche settimana ho iniziato a frequentare un corso per poter lavorare come impiegata durante la campagna fiscale di quest'anno. Questo corso lo sto frequentando tutt'ora e mi tiene impegnata solo di mattina, però in questi mesi ci sono stati molti cambiamenti: mi sono trasferita definitivamente nella nuova casa che mio papà pian piano ha ristrutturato per me e Matteo, però l'anno è finito con la morte di mio nonno ed è iniziato con l'asilo di Giulia, infatti il 7 gennaio è stato il suo primo giorno, lo stesso giorno hanno fatto visita i ladri a casa di mia mamma e come si suol dire "una bella fine e un buon inizio". Mi soffermerò più avanti con la mia vita presente, perché ora voglio ripercorrere gli ultimi due anni, magari ora racconterò solo alcuni avvenimenti che mi stanno particolarmente a cuore, in modo da poter poi arrivare al presente della mia vita da giovane mamma.

Cambiamenti. E' una semplice parola. A volte la si pronuncia senza che la circostanza per la quale la si utilizza rispecchi a pieno il suo significato. A volte cambiamenti posso essere negativi, quando si perde una persona cara e si devono affrontare le conseguenze della sua mancanza. Altre volte ci si trova di fronte a cambiamenti decisamente positivi, quando una nuova vita entra a far parte della propria, cambiandola profondamente e modificando pian piano le proprie abitudini, i propri pensieri, le proprie priorità. Entrambi i cambiamenti stravolgono la vita di chi li vive e nulla sarà più come prima. Ho vissuto sulla mia pelle il significato di questa parola e mi sento veramente molto fortunata di aver potuto modificare la mia vita in base alle esigenza della mia piccola Giulia. Mi sento fortunata per aver ricevuto un cambiamento positivo nella mia vita e non smetterò mai di apprezzare il dono che mi è stato fatto: mia figlia Giulia, la sua salute, il suo calore, il suo sorriso, i suoi occhi profondi, la sua pelle liscia e profumata, la sua vocina squillante.
Naturalmente la mia vita è cambiata e non è più la stessa di un tempo. Ho dovuto adattare la mia vita a quella della mia Giulia: la mia abitudine di dormire fino a tardi è sparita, il mio sonno profondo è diventato un dormiveglia, il mio tempo libero è diventato tempo prezioso trascorso con la mia piccola, il mio tempo fuori con gli amici si è trasformato in passeggiate con la carrozzina, le mie serate in discoteca sono diventate serate sul divano a guardare la televisione, sempre che Giulia stia dormendo. Fino all'anno prima non avrei mai saputo rinunciare a tutti quegli aspetti della mia vita; ed ecco il cambiamento più grande: nulla di ciò che ho smesso di fare con la nascita della mia bambina è stato una rinuncia, non sentivo più il bisogno di vivere gli aspetti che caratterizzavano la mia vita di adolescente fino a qualche mese prima. Sentivo solo il grande bisogno di dedicarmi alla mia Giulia, di donarle il mio tempo e la mia vita.
Non so, forse è questa la maturità di cui tutti parlano, la maturità che si acquisisce solo con l'età adulta. E' possibile essere una teenager matura? Secondo me si, in fondo è possibile essere un adulto immaturo! Anzi, oggi ne esistono sempre si più, si tende a vivere anche durante la fase adulta tutte le esperienze che caratterizzano l'adolescenza. Sono sempre di più gli uomini o le donne di 30 anni che ancora sono fermi alla fase adolescenziale della vita, vivono grazie all'appoggio dei genitori e non si creano una vita a sé stante. Non sono di certo io a giudicare, ognuno compie le proprie scelte e vive le conseguenze di esse, io vivo la mia scelta giorno dopo giorno senza nessun rimpianto, ma con una grande felicità nel cuore. Ecco perché penso che siano le esperienze della vita a far maturare una persona e non la propria età. Ogni persona che ha un figlio, qualunque età abbia, deve rivedere la sua vita e adattarla ai bisogni del proprio bambino: anche io ho fatto lo stesso.
Giulia è stata fin da subito una bambina veramente brava e dolce, le coliche sono durate solo poche settimane e comunque riusciva quasi sempre a dormire tranquillamente durante la notte. Io avevo deciso che sarei rimasta a casa fino la fine di febbraio e sarei tornata a scuola quando la mia bambina aveva un mese. Era ancora piccolina, ma non avevo scelta se volevo poter finire la quarta superiore. Pensavo che l'unico problema era conciliare la mia vita da mamma a quella da studente, invece è entrata un'altra incognita nella mia vita, quella che avevo quasi sempre dato per scontata: la salute.
Era un giorno come un'altro, Giulia aveva poco più di due settimane e avevo passato il pomeriggio a mangiare qualche frittella in compagnia di alcuni parenti. Inoltre era il 14 febbraio, il giorno di S. Valentino, non che avessi in mente nulla di straordinario. Ero uscita insieme a mio papà per vedere la casa che aveva intenzione di acquistare per me e Matteo; la conoscevo già, era la casa dello zio di mia mamma morto il luglio precedente. Era rimasta vuota per parecchi anni dato che lui viveva a Monaco, in Germania; però è nel centro del mio paese, a poche centinaia di metri dalla casa dei miei genitori. Inoltre non era uno di quegli appartamenti nuovi ma di dimensioni ridotte: si tratta di un bell'appartamento degli anni '60 con due camere davvero molto grandi, una sala immensa, una cucina spaziosa e un classico bagno. Subito mi è piaciuto, anche perché il suo perimetro è circondato da una bellissima terrazza e da un bel giardino. L'unico problema era che si doveva ristrutturare, tutti gli impianti erano da cambiare e ci sarebbe voluto del tempo. Quando tornammo a casa mi sentivo piuttosto infreddolita e mi sembrava di sentire una fitta alla schiena. Nulla di doloroso, ma era fastidiosa; davo la colpa al fatto di essere rimasta in piedi al freddo, magari non ero più abituata. Più il tempo passava e più la fitta diventava dolorosa; sembrava che oltre al dolore alla schiena avessi male anche vicino allo stomaco. Magari sembrava banale, ma il parto mi sembrava davvero meno doloroso. All'ora di cena non riuscivo più a sopportare il male, non pensavo ad altro, era un dolore continuo che non mi dava alcuna tregua. Così mio papà e Matteo mi hanno accompagnata al pronto soccorso; ho dovuto aspettare ancora più di un'ora prima che un medico mi visitasse. Alla fine mi dissero che poteva trattarsi di una colica alla cistifellea, ma che dovevo fare un'ecografia per attestarlo. Tornai a casa con il mio dolore perché la pastiglia che mi avevano dato non fece effetto; inizia comunque a stare meglio dopo 3 o 4 ore e mi addormentai. Ironia della sorte, mia figlia di due settimane dormiva beata la notte mentre io sveglia mi torcevo dal dolore!
Qualche giorno dopo l'ecografia mi confermò i calcoli alla cistifellea, mi consigliarono di fare una dieta povera di grassi in modo da scatenare meno coliche possibili, però dovevo essere operata. Il problema era che non mi era possibile fare altri giorni d'assenza a scuola, altrimenti avrei dovuto ripetere l'anno, così decisi di rimandare l'intervento a metà giugno.
E' il meno dei mali i calcoli alla cistifellea, ma non pensavo si potesse sentire tanto dolore! La mia gioia di madre era così spesso e volentieri interrotta dai dolori provocati dalle coliche, le quali mi venivano sempre di sera o di notte mentre la mia Giulia dormiva. A volte ero costretta ad andare ancora al pronto soccorso, però le altre volte mi facevano delle flebo di antidolorifico e per fortuna il dolore passava.
Nel frattempo vivevo la mia quotidianità tra i compiti, la scuola, lo studio, la mia Giulia. Il primo bagnetto una settimana dopo la sua nascita, quando il moncone ombelicale si staccò fu veramente emozionante, c'era anche mia zia Lucia che aiutava me e mia mamma; Giulia sembrava contenta di bagnarsi e già si muoveva nell'acqua facendo qualche schizzo. Dopo il bagnetto era veramente emozionante accarezzarle tutto il corpo con l'olio di mandorla, in modo da nutrire la sua pelle morbidissima. Il cambio del pannolino all'inizio mi agitava, ma ben presto ci presi la mano, anche perché  durante i primi mesi Giulia era da cambiare circa 8 volte al giorno. Riuscivo a conciliare tranquillamente i miei impegni scolastici dato che la piccola passava la maggior parte della giornata dormendo.
Purtroppo dopo che mi furono diagnosticati i calcoli dovevo prendere regolarmente delle medicine e quando avevo le coliche facevo uso di antidolorifici, così dovetti smettere di allattare. Beh sarebbe successo comunque perché il mio latte era veramente poco; dopo qualche giorno senza uso di altre medicine infatti sparì da solo.
La mia nuova vita che era appena diventata tale, in seguito alla nascita della mia piccola Giulia, già si trovava di fronte ad altri cambiamenti. Mi domandavo cosa sarebbe ancora accaduto in così poco tempo alla mia vita. Il cambiamento dato dalla mia Giulia era gradito, un po' meno il fatto che non potessi più allattarla, ancora meno i dolori provocati dalle coliche. Malgrado poco graditi non c'era niente da fare, dovevo accettarli, e devo dire che quando ci si trova di fronte a cambiamenti negativi della propria vita niente è più importante della presenza del proprio figlio, che con uno scambio di semplici sguardi fa dimenticare tutto il mondo che ci sta attorno.


Primo bagnetto di Giulia, quante mani!